L’opera è il luogo. L’artista è una soglia.
A Villa Rondinelli, il paesaggio non è sfondo ma voce. Non è contenitore ma organismo vivo. Lontano dalle neutralità del white cube, l’arte qui si misura con la luce che filtra tra gli alberi, con i silenzi del colle, con l’eco remota delle civiltà che hanno abitato questi luoghi millenari. A Fiesole – cerniera tra storia etrusca, contemplazione francescana e visioni rinascimentali – nasce un laboratorio a cielo aperto dove l’arte contemporanea si innesta nel tempo geologico, vegetale, atmosferico.
La direzione dello spazio è affidata a Marco Mazzi, che ne guida la visione artistica e curatoriale con attenzione alla dimensione relazionale tra arte, natura e memoria.
Niente più cornici: la natura diventa spazio di azione e co-creazione.
Villa Rondinelli accoglie interventi site-specific che si confondono con la materia viva del paesaggio: pietra, legno, suolo, vento, luce. Le opere non dominano lo spazio, ma lo ascoltano, si lasciano trasformare. Gli artisti invitati diventano interpreti e traduttori di un territorio in perenne mutamento: il paesaggio come palinsesto, come organismo narrativo da leggere, proteggere, riscrivere con gesti delicati ma radicali.
L’arte si sporca di terra e pioggia, si lascia contaminare dai venti e dalla storia. Installazioni, sculture effimere, azioni performative, pratiche sonore e botaniche entrano in relazione diretta con l’ambiente. Le stagioni, la luce, l’umidità, persino la decomposizione diventano coautori dell’opera. Nulla è stabile, nulla è definitivo: ogni traccia artistica è un’ipotesi, un passaggio, un respiro tra ciò che è stato e ciò che verrà.
Il paesaggio è un testo vivo, e ogni intervento artistico ne diventa una postilla generativa. In questo contesto, l’arte non rappresenta il paesaggio: lo espande. Ogni progetto attiva domande sulla relazione tra uomo e natura, su cosa significhi abitare un luogo, su come riconciliarsi con ciò che ci trascende. Villa Rondinelli si fa così spazio di attivazione lenta, di incontro tra pratiche artistiche e processi ecologici, tra memorie culturali e nuove geografie della sensibilità.